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FERRARI 512TR

L’evoluzione di un mito

ANNO: 1994

A ME GLI OCCHI
Accendere questa 512TR (rara nella colorazione giallo Modena) per portarla a fare un giro, vuol dire catturare gli sguardi di tutti i passanti che si imbattono in questo bolide, così bello da far impallidire anche le sue più moderne discendenti. La voce del suo 12 cilindri è baritonale e metallica fin dai bassi regimi; diventa rauca e invadente a mano a mano che si affonda il piede destro e i 4943 cc spingono decisi, senza la minima incertezza, lungo tutto l’arco del contagiri. Nonostante la larghezza del posteriore e la visibilità ridotta creino non pochi problemi in fase di manovra, la guidabilità della TR resta entusiasmante anche per i meno esperti; facile da condurre, anche nel misto stretto o ad andature turistiche.

Nel 1984 Ferrari sfidò il mercato con la Testarossa, erede della 512BB; un design audace (all’inizio giudicato da alcuni impudente ed inadatto al blasone del marchio) ed un nome storico per un’ indiscussa icona di stile che visse a cavallo di due decenni (fino al 1996) grazie ad importanti aggiornamenti estetici e meccanici.
Era il 1992 (la produzione iniziò nel 1991) quando fu presentata la Ferrari 512TR (TR, manco a dirlo, sta per Testarossa). Sembrava impossibile poter perfezionare un modello divenuto già auto di culto; eppure, con questo sapiente restyling, la casa di Maranello raggiunse l’apice della bellezza del progetto, l’equilibrio perfetto tra il design (praticamente inalterato) della progenitrice e l’innovazione tecnica della successiva 512M, la quale tolse però alla Testarossa gran parte del suo fascino, a causa dell’adozione dei fari carenati in luogo delle luci a scomparsa e di quegli orribili (non me ne vogliate) gruppi ottici posteriori con elementi circolari.
Nella Ferrari 512TR furono rivisti il paraurti anteriore, più sinuoso e moderno, con luci più simili alla 348TB, ed i gruppi ottici posteriori, bicolore, più lineari ed aggressivi.
All’interno vennero migliorati la selleria e l’abitabilità, con spazi più generosi, degni di una vera granturismo.
Il corpo vettura inoltre poggiava su nuovi cerchi da 18’’ con disegno a stella.
Ma è sottopelle che il miglioramento della “TR” fu sostanziale: il telaio tubolare in acciaio venne irrigidito a tutto vantaggio della guidabilità e il motore, posizionato più in basso, per una migliore ripartizione dei pesi, sprigionava 428 cv a 6750 giri/min per una velocità massima di 314 km/h.
Il risultato fu quello di una vettura nuova e non di un semplice restyling: più comoda, più affidabile, più guidabile, più potente e più elegante della Testarossa precedente.

  • POSTI: 2 posti
  • LUNGHEZZA: 4480 mm
  • LARGHEZZA: 1976 mm
  • ALTEZZA: 1135 mm
  • PASSO: 2550 mm
  • POTENZA: 428 cv
  • VELOCITÀ MASSIMA DICHIARATA: 313,8 km/h
  • ACCELERAZIONE 0 – 100 km/h: 4,8 s
  • POSIZIONE DEL MOTORE: posteriore, longitudinale
  • CILINDRATA: 4943,03 cc
  • NUMERO DI CILINDRI: 12V 180°
  • TIPO CARBURANTE: Benzina
  • TRAZIONE: Posteriore
  • PESO: 1473 kg
  • ANNO DI IMMATRICOLAZIONE: 1994
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COME LA FERRARI: UNA VOCE ITALIANA PER UN SUCCESSO MONDIALE - L'accompagnamento

Nel 1994 questa Ferrari veniva immatricolata.
La cantante italiana Jenny B prestava la sua voce al progetto “Corona” per quello che sarebbe diventato il singolo numero uno in molti paesi nel mondo: “The Rhythm Of The Night”.

CULT
Nella mia mente questa vettura è indissolubilmente legata alla scena di un film del 1992: “Ricky e Barabba”, con Christian De Sica e Renato Pozzetto.
“Ferari Testarossa, un mito, nun se batte…”.

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