LANCIA TREVI VOLUMEX
Un nuovo corso
ANNO: 1973
La gloriosa Lancia Fulvia, specie nella sua variante con carrozzeria coupé, non ha bisogno di presentazioni.
È una tale icona di stile da aver fagocitato, nell’immaginario collettivo, la berlina a 4 porte. Basta il solo nome “Fulvia”, infatti, per richiamare alla mente il capolavoro di Piero Castagnero, prodotto dal 1965 al 1976.
Il disegno, geniale esempio di disarmante semplicità, attirò sin da subito una clientela eterogenea; per buona parte dei ’60 e dei ‘70 donne e uomini di tutte le età si innamorarono di questa 2+2 Lancia. Così, in breve tempo, Fulvia, complice l’indovinata strategia economica del marchio, divenne un grande successo commerciale ed un fenomeno di costume del nostro Paese.
L’abitacolo raccolto, il parabrezza e il lunotto molto inclinati, il pianale ed il passo accorciati rispetto alla sorella maggiore, tradivano già la vocazione corsaiola del progetto che, pochi anni più tardi, culminò con la vittoria del “Campionato Internazionale Costruttori-Rally” 1972 (praticamente il mondiale del tempo).
Tutto nacque da una barca.
Piero Castagnero dichiarò più volte di aver tratto ispirazione per il progetto della sua Lancia Fulvia Spider proprio da un’imbarcazione: più precisamente da un motoscafo Riva.
Ed è proprio questo uno degli aspetti che destano più curiosità. Considerando infatti l’origine nautica di un disegno dalle linee tese e pulite, si può dire che esista un anello mancante nella fortunatissima produzione di quest’auto: una spider.
Probabilmente (anzi, sicuramente) alla Lancia lo pensarono ma, forse, per insufficienza di fondi o, come spesso avviene, per l’incertezza di qualche dirigente del centro stile che non ne approvò il progetto, la Fulvia Spider non venne mai alla luce. O almeno credevo…
(Ovviamente mi riferisco ad una vettura con caratteristiche stradali; escludo perciò i tre esemplari della squadra corse, nati per un uso squisitamente agonistico).
Quando vidi questa 1,3s II serie Spider, ne fui subito interessato e decisi di saperne di più.
La vettura, appartenuta ad un professionista marchigiano, subì non molti anni fa un restauro completo e la conseguente trasformazione (chiaramente con documentazione e collaudo regolari) in carrozzeria “aperta”.
Questa ambiziosa e radicale operazione (basti pensare alle finiture, alla capote disegnata appositamente e ai rinforzi aggiunti al telaio per non comprometterne la rigidità torsionale) venne eseguita da una rinomata carrozzeria del torinese, specializzata in questo tipo di lavori (conservo ancora qualche foto delle fasi di lavorazione della mia Lancia Fulvia Spider).
Quando vidi questa 1,3s II serie Spider, ne fui subito interessato e decisi di saperne di più.
La vettura, appartenuta ad un professionista marchigiano, subì non molti anni fa un restauro completo e la conseguente trasformazione (chiaramente con documentazione e collaudo regolari) in carrozzeria “aperta”.
Questa ambiziosa e radicale operazione (basti pensare alle finiture, alla capote disegnata appositamente e ai rinforzi aggiunti al telaio per non comprometterne la rigidità torsionale) venne eseguita da una rinomata carrozzeria del torinese, specializzata in questo tipo di lavori (conservo ancora qualche foto delle fasi di lavorazione della mia Lancia Fulvia Spider).
Era il 1973: l’anno di “Pazza Idea”…