Laterale Lotus Elan Turbo-S1 M100 - PASSIONE CLASSICA
Lotus Elan Turbo-S1 M100 - PASSIONE CLASSICA - Fari aperti
VENDUTA/SOLD
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LOTUS ELAN TURBO-S1 (M100)

Un passo… avanti

ANNO: 1991

La diversità suscita timore, paura, spesso rifiuto; ma anche simpatia, curiosità, ammirazione.

Questa è la storia di una vettura dalla lunga gestazione, derivata da un progetto più volte accantonato e poi ripreso, vittima di un listino esagerato, di un marchio fatto di puristi che l’hanno forse giudicata troppo in fretta, senza capirne le reali attitudini. Dietro quest’auto troviamo un progetto lungimirante, al contempo ancorato ai valori del brand che rappresenta.

Una vera Lotus, così “avanti” (non solo in fatto di trazione) da parere quasi inadeguata al mero ruolo di sportiva. Diversa e controversa ma, per questo, capace, oggi, di stupire anche i più scettici.

Cominciamo dicendo che, se battezzi un’auto con il nome “Elan”, l’aspettativa del pubblico sarà inevitabilmente alta. Del resto, se di cognome fai Lotus, il peso della responsabilità si fa sentire per forza: 7 campionati del mondo “costruttori” e 6 “piloti” (per citare solo la F1), non sono certo bazzecole.

Proprio in virtù di questo, se si cerca di presentare una vettura innovativa, che rompa gli schemi rispetto al passato, forse sarebbe il caso di inventarsi un nuovo nome, evitando di scomodare i mostri sacri dell’automobilismo. Ma andiamo con ordine.

All’alba del 1981 Colin Chapman e la sua squadra (capeggiata da Colin Spooner e Michael Kimberley) decisero di progettare una piccola spider 2 posti, che riprendesse il successo della pensionata Elan (R26). Il progetto fu denominato M90.

Nel 1982 Chapman morì e l’idea fu accantonata, per poi essere completata nel 1984. Più tardi, con il prototipo pronto ma la produzione ancora lontana, il nuovo proprietario della casa di Hethel, Mr. David Wickens, si rese conto che la “piccola” due posti era stilisticamente inadatta alle nuove esigenze della clientela e finì per chiedere al suo staff una nuova bozza; il progetto si rinnovò così sotto il codice X100. Fu deciso, inoltre, che la futura baby Lotus sarebbe stata una vettura a trazione anteriore; questo perché il marchio avrebbe potuto sfruttare il suo know-how sportivo in fatto di handling sulle vetture tutto avanti, segnando nuovi standard in termini di guidabilità e maneggevolezza.

Ma, a disegni già approvati, un nuovo stop sbarrò la strada alla produzione di serie della X100.

Nel 1986 infatti, General Motors divenne proprietaria della casa inglese, portando una ventata di freschezza (e di risorse!) a un marchio che si trovava ad un passo dal fallimento.

Il colosso americano, dagli orizzonti ben più ampi, era intenzionato a produrre un modello in larga scala, che rispondesse alle esigenze di una clientela più numerosa rispetto a quella sino a quel momento conquistata; le vendite infatti erano davvero scarse e non consentivano agli uomini di Hethel di dormire sonni tranquilli. La ricetta di GM era dunque quella di creare un’auto maneggevole, “facile”, sicura da condurre (anche sul bagnato) e che strizzasse appena l’occhio, perché no, all’universo femminile. Ma era pur sempre una Lotus, quindi doveva essere leggera, veloce ed efficace, anche nella guida più impegnativa.

Il consiglio di amministrazione, dopo aver confermato le linee generali della M100 (questo il nuovo codice), compresa la trazione anteriore, diede finalmente il via ad un progetto che, per una spider 2 posti compatta, definirei colossale. Tirate le somme infatti, la spesa complessiva per l’intera operazione, spicciolo più spicciolo meno, sarebbe stata di ben 50.000.000 Dollari!

Sì partì con il rinnovare l’aspetto estetico che, si sa, è elemento imprescindibile per creare un’automobile sportiva di successo; così, per proiettare la spider inglese verso gli anni ‘90 venne chiamato, a capo del design, nientemeno che Peter Stevens, il padre della McLaren F1.

Il risultato fu sorprendente. Il disegno appare, ancora oggi, attuale e ben proporzionato. La Lotus Elan Turbo-S1 M100 colpisce al primo sguardo per la sua compattezza d’insieme e per la pulizia delle linee che, quasi totalmente prive di spigoli, la rendono equilibrata da qualsiasi angolazione.

Frontale pulito, ma di grande impatto (la parentela con la sorellona Esprit è evidente) e profilo inedito, grazie al parabrezza molto inclinato, alle maniglie nascoste e all’insolita coda che termina discendente, sovrastata da un generoso ma discreto spoiler integrato.

Le innovazioni però, non finivano certo qui.

Per realizzare i pannelli della carrozzeria della Lotus Elan Turbo-S1 M100, Lotus utilizzò il proprio brevettato sistema VARI (Vacuum Assisted Resin Injection), ossia un sofisticato processo di iniezione della resina (quest’ultima fornita da un’azienda americana), al fine di contenere ulteriormente i pesi.

Curiosità: lo stesso procedimento veniva impiegato per la realizzazione dei pannelli della Alfa Romeo SZ e, successivamente, della Qvale Mangusta.

Il risultato fu un’automobile compatta, maneggevole, sicura e, forte del suo motore turbo, davvero veloce. La rivoluzione stava anche nell’aver creato un segmento di mercato che, di lì a pochi anni, sarebbe stato di grande successo: mi riferisco all’epopea delle spider compatte dal sapore “glamour”, che di lì a pochi anni, avrebbero affollato i listini delle case costruttrici (v. Z3, TT Roadster, ecc…). Per questo, quando la Lotus Elan Turbo-S1 M100 venne lanciata, nel 1989, non vi era nulla di simile in circolazione.

Ma un’idea troppo “avanti” e un listino sbagliato (i 52.000.000 di Lire servivano solo a coprire i costi di produzione) mortificarono in parte questo eccezionale progetto, tanto che la produzione si fermò, nel 1992, a quota 4.000 esemplari. Qualche anno dopo l’imprenditore Romano Artioli, acquisito il marchio da General Motors, produsse altre 800 vetture con le scorte di magazzino (tra il ’94 ed il ’95), ma senza successo.

  • CARROZZERIA: Spider
  • POSTI: 2
  • LUNGHEZZA: 380,3 cm
  • LARGHEZZA: 173,4 cm
  • ALTEZZA: 123 cm
  • PESO: 1.020 kg
  • MOTORE: Isuzu, ant. trasversale, turbo
  • CILINDRATA: 1558 cc
  • POTENZA: 167 cv
  • ALIMENTAZIONE: Benzina
  • TRAZIONE: Anteriore
  • CAMBIO: Manuale 5 rapporti
  • VELOCITÀ: 220 km/h
Vettura assegnata/sold.

Alla guida – agilità nel segno di Colin: “Less is More”

La Lotus Elan Turbo-S1 M100 si fa guidare in tutte le condizioni. Grazie infatti al classico telaio monotrave, al motore trasversale e alla carrozzeria in vetroresina, sono garantite le rinomate doti di rigidità torsionale e reattività nei cambi di direzione, cui va ad aggiungersi un abitacolo davvero generoso in termini di spazio.

Sicura, comoda, ma anche terribilmente coinvolgente. Merito del portentoso propulsore Isuzu-Lotus; sì, Isuzu. Questo compatto millesei è made in Japan (Isuzu vantava una partnership con GM dal ’71) ed è stato premiato con le 5 stelle da Quattroruote, durante la prova speciale tenuta dal pilota Ivan Capelli (Quattroruote 02/1991).

Le prestazioni sono notevoli, con 220 km/h di velocità massima e uno scatto 0-100 di soli 6,8 s. Ma ciò che più stupisce di questo motore è la sua reattività, che invoglia il guidatore a cercare una guida divertente, senza pretese cronometriche da track-day. Una sportiva senza controindicazioni: niente assetto spaccaschiena o improbabili contorsionismi per entrare e scendere dall’auto.

La Lotus Elan Turbo-S1 M100 di Passione Classica

Da appassionato Lotus, ho trovato questa Elan dopo una lunga ricerca, presso un rivenditore storico del marchio; condizioni meccaniche eccellenti e una completa lista degli interventi di  manutenzione, eseguiti e documentati in gran parte dalla stessa officina autorizzata. Non mi riferisco solo ai normali tagliandi e alla cinghia di distribuzione, ma anche a delle modifiche tese a risolvere i difetti “congeniti” della Elan, come ad esempio la sostituzione del sensore dell’albero a camme, la revisione dei fari a scomparsa, etc.

Ho voluto conservare questa trentenne così com’è, migliorandone solo marginali imperfezioni di carrozzeria, ma mantenendone l’originalità, comprese le tipiche ondulature della vetroresina. Anche la struttura dell’auto è intatta, con il copritarga trasparente al posteriore ancora integro e originale e le etichette identificative rimaste nel vano motore dalla produzione (conservo ancora la “cravatta”, ovvero l’etichetta con cui la vettura nuova viene inviata alla concessionaria).

Al termine dei lavori ho richiesto alla casa madre (tramite la concessionaria ufficiale) il certificato “Lotus Heritage“, che documenta le caratteristiche della Elan alla sua nascita, compresi il tipo di motore e il colore. La Elan di Passione Classica è la 539esima di 591 “S1 Turbo” prodotte con queste caratteristiche, la 50esima di 60 nella colorazione Pacific Blue. Con aria condizionata. Una vettura molto interessante, che sta per diventare un must tra gli amanti delle spider compatte ed una delle poche a prezzi così contenuti.

Da poco la Geely ha acquisito il 100% della proprietà di Lotus e ha già svelato il programma della prossima produzione, che sarà, negli anni a venire, costellata di meravigliose supercar. Per questo, acquistare una Lotus oggi, ancor più se prodotta in pochi esemplari come questa M100, può rappresentare un validissimo investimento, oltre che una fonte inesauribile di divertimento.

Alla guida – agilità nel segno di Colin: “Less is More”

La Lotus Elan Turbo-S1 M100 si fa guidare in tutte le condizioni. Grazie infatti al classico telaio monotrave, al motore trasversale e alla carrozzeria in vetroresina, sono garantite le rinomate doti di rigidità torsionale e reattività nei cambi di direzione, cui va ad aggiungersi un abitacolo davvero generoso in termini di spazio.

Sicura, comoda, ma anche terribilmente coinvolgente. Merito del portentoso propulsore Isuzu-Lotus; sì, Isuzu. Questo compatto millesei è made in Japan (Isuzu vantava una partnership con GM dal ’71) ed è stato premiato con le 5 stelle da Quattroruote, durante la prova speciale tenuta dal pilota Ivan Capelli (Quattroruote 02/1991).

Le prestazioni sono notevoli, con 220 km/h di velocità massima e uno scatto 0-100 di soli 6,8 s. Ma ciò che più stupisce di questo motore è la sua reattività, che invoglia il guidatore a cercare una guida divertente, senza pretese cronometriche da track-day. Una sportiva senza controindicazioni: niente assetto spaccaschiena o improbabili contorsionismi per entrare e scendere dall’auto.

La Lotus Elan Turbo-S1 M100 di Passione Classica

Da appassionato Lotus, ho trovato questa Elan dopo una lunga ricerca, presso un rivenditore storico del marchio; condizioni meccaniche eccellenti e una completa lista degli interventi di  manutenzione, eseguiti e documentati in gran parte dalla stessa officina autorizzata. Non mi riferisco solo ai normali tagliandi e alla cinghia di distribuzione, ma anche a delle modifiche tese a risolvere i difetti “congeniti” della Elan, come ad esempio la sostituzione del sensore dell’albero a camme, la revisione dei fari a scomparsa, etc.

Ho voluto conservare questa trentenne così com’è, migliorandone solo marginali imperfezioni di carrozzeria, ma mantenendone l’originalità, comprese le tipiche ondulature della vetroresina. Anche la struttura dell’auto è intatta, con il copritarga trasparente al posteriore ancora integro e originale e le etichette identificative rimaste nel vano motore dalla produzione (conservo ancora la “cravatta”, ovvero l’etichetta con cui la vettura nuova viene inviata alla concessionaria).

Al termine dei lavori ho richiesto alla casa madre (tramite la concessionaria ufficiale) il certificato “Lotus Heritage“, che documenta le caratteristiche della Elan alla sua nascita, compresi il tipo di motore e il colore. La Elan di Passione Classica è la 539esima di 591 “S1 Turbo” prodotte con queste caratteristiche, la 50esima di 60 nella colorazione Pacific Blue. Con aria condizionata. Una vettura molto interessante, che sta per diventare un must tra gli amanti delle spider compatte ed una delle poche a prezzi così contenuti.

Da poco la Geely ha acquisito il 100% della proprietà di Lotus e ha già svelato il programma della prossima produzione, che sarà, negli anni a venire, costellata di meravigliose supercar. Per questo, acquistare una Lotus oggi, ancor più se prodotta in pochi esemplari come questa M100, può rappresentare un validissimo investimento, oltre che una fonte inesauribile di divertimento.

Una “gitana”- L’accompagnamento

Controcorrente, geniale, rara. La Elan di Passione Classica è nata il 14 luglio 1991.

In quell’anno la nostra penisola si preparava ad accogliere il fenomeno musicale della dance. In particolare, questo successo “house”, della cantante Crystal Waters, fece da colonna sonora per tutto il ’91, aprendo ad una serie infinita di tormentoni da discoteca, oggi diventati cult.

Test Drive

Direttamente dal canale “Motorcar History”, il test drive della M100 all’epoca della sua commercializzazione.

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