Laterale della Toyota Celica Turbo 4WD Carlos Sainz in vendita - PASSIONE CLASSICA
VENDUTA/SOLD
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TOYOTA CELICA TURBO 4WD “CARLOS SAINZ” LIMITED EDITION

#nonsolodelta

ANNO: 1992

Dopo anni passati nel dimenticatoio, la Toyota Celica Turbo 4WD “Carlos Sainz” (ST 185) è oggi diventata un’ambita Youngtimer dalla ineccepibile qualità costruttiva.

Le quotazioni per questa serie limitata intitolata al grande Carlos Sainz sono in rialzo (all’estero è già ricercatissima) e promettono un posto in prima linea nel panorama delle storiche.

Per questo ho deciso di parcheggiare nel garage di Passione Classica ben 5 titoli mondiali.

La Celica è stata la prima auto asiatica ad aggiudicarsi il mondiale Rally.

Dopo il successo della “ST165” (IV serie), nel 1989 arrivò la quinta generazione della coupé nipponica.

In particolare, dei tre modelli che presero parte al campionato del mondo, la “ST185” fu quella che collezionò il maggior numero di vittorie (16), aggiudicandosi ben 5 titoli mondiali tra il 1992 ed il 1994: 3 campionati piloti e 2 campionati costruttori (1993 e 1994). Il merito, oltre che del team, fu di piloti come Juha Kankkunen, vincitore nel 1993, Didier Auriol (1994) e di Carlos Sainz, campione nel 1992, al quale quest’auto è dedicata.

Toyota fu uno dei primi brand automobilistici ad intitolare una vettura stradale ad un pilota.Il tributo, con il senno di poi, è più che giustificato; Sainz disputò nella sua carriera ben 196 rally mondiali (gareggiando anche con Subaru e Lancia), guadagnandosi di diritto un posto nella classifica dei migliori rallysti di sempre, con 26 gare vinte e 97 podi. Proprio per questo la Celica a lui intitolata è un tributo più che meritato.

Rispetto alla Turbo 4wd “standard”, la Toyota Celica Turbo 4wd Carlos Sainz porta con sé delle notevoli migliorie tecniche: un differenziale posteriore di tipo “Torsen”, i primi 2 rapporti del cambio più corti (ridotta anche la corsa della leva-marce) con l’introduzione di un ulteriore sincronizzatore e uno specifico intercooler-aria acqua.

Raffinatezze meccaniche, grande palmares agonistico (vedi le infinite battaglie con la mitica “Deltona”) e grande impatto visivo senza inutili eccessi.

  • CARROZZERIA: Coupé
  • POSTI: 4
  • LUNGHEZZA: 441 cm
  • LARGHEZZA: 174,5 cm
  • ALTEZZA: 130 cm
  • PESO: 1.460 kg
  • MOTORE: Toyota 4 cilindri in linea, 16v turbo
  • CILINDRATA: 1998 cc
  • POTENZA: 208 cv
  • ALIMENTAZIONE: Benzina
  • TRAZIONE: Integrale permanente
  • CAMBIO: Manuale 5 rapporti
  • VELOCITÀ: 230 km/h
VETTURA ASSEGNATA/SOLD

Guardare e non toccare? Meglio guidare.

Possedere delle auto storiche, specie se ipervitaminizzate come questa, spesso porta ad inconvenienti meccanici capaci di scoraggiare anche il più caparbio degli appassionati che, il più delle volte, per scongiurare l’eventualità di un ennesimo costoso ripristino, finisce con il parcheggiare la sua vettura nel box, relegandola al ruolo di scultura da esibire al cospetto degli amici nei dopocena. Si incassano i complimenti del caso e tanti cari saluti al divertimento.

Ma Il vantaggio di questa youngtimer sta proprio nel poterla guidare spesso, anche tutti i giorni, complice la semplicità di utilizzo, paragonabile alle migliori vetture moderne.

Potente, sicura, veloce e con il tocco retrò dei nostalgici fari a scomparsa; espediente tecnico, quest’ultimo, non più utilizzato (dal 2004), ma sempre di grande effetto. La Toyota Celica Turbo 4WD Carlos Sainz è una sportiva senza controindicazioni particolari: così nella guida, coinvolgente e comoda, come nella manutenzione, che richiede semplicemente puntualità e precisione. Si sa: più gli anni passano, più è importante che ogni intervento venga fatto da seri e meticolosi professionisti; ma l’affidabilità di un motore progettato anche per durare (del resto si parla di Toyota), rende facile la vita a chi ha voglia di gustare appieno la rotondità di questo 4 cilindri turbocompresso.

Nel 1992, per fare vostra una Celica Limited Edition come quella nelle foto, avreste dovuto sborsare circa 59 milioni di Lire. Circa 6 o 7 milioni in più di una Delta Integrale, tanto per darvi un riferimento, anche se non a parità di equipaggiamento.

Interessante, a tal proposito, è la prova di Quattroruote di Aprile 1992, in cui una Celica bianca viene elogiata per il motore, la tenuta di strada e la qualità delle finiture.

Insomma, se oggi le quotazioni dell’italiana Delta sono salite alle stelle, quanto manca a questa giapponese per raggiungere valutazioni davvero degne della sua storia?

1 su 5000, 1 di 400

5000 furono gli esemplari di Carlos Sainz Limited Edition prodotti, 400 riservati al mercato italiano; molti di questi andarono distrutti, rottamati o lasciati deperire fino a giungere a noi in pessime condizioni.

La Celica di Passione Classica è davvero unica.

Innanzitutto perché non è passata sotto le grinfie dei “tuning-addicted” (mi riferisco ai più accaniti), che hanno modificato (o contaminato, a voi la scelta) gran parte delle sportive “made in Japan” a suon di improbabili scarichi, assetti sotto il livello del mare, colori glitterati e triple turbine, fino a compromettere, a volte irrimediabilmente, l’originalità di vetture altrimenti importanti per il mercato storico come la mia Carlos, sicuramente tra le più belle in circolazione.

Unico proprietario (l’effettivo utilizzatore l’aveva ricevuta in eredità dalla madre), targa originale, portatarga della concessionaria che la consegnò nel 1992 (e adesivi dello stesso dealer Toyota), depliant originale conservato dall’ex proprietario, libretto di uso e manutenzione con cronistoria dei tagliandi, tessera A.S.I. e—davvero introvabile—il “certificato di numerazione del modello” autografato da Carlos Sainz. Per completare il quadro di quest’auto, posso aggiungere che, recentemente, sono stati eseguiti numerosi interventi (commissionati dal sottoscritto), per un totale di circa € 4.000,00.

Ancora dubbi? Beh… chiamatemi. Ma, come si dice, “solo se interessati”.

Guardare e non toccare? Meglio guidare.

Possedere delle auto storiche, specie se ipervitaminizzate come questa, spesso porta ad inconvenienti meccanici capaci di scoraggiare anche il più caparbio degli appassionati che, il più delle volte, per scongiurare l’eventualità di un ennesimo costoso ripristino, finisce con il parcheggiare la sua vettura nel box, relegandola al ruolo di scultura da esibire al cospetto degli amici nei dopocena. Si incassano i complimenti del caso e tanti cari saluti al divertimento.

Ma Il vantaggio di questa youngtimer sta proprio nel poterla guidare spesso, anche tutti i giorni, complice la semplicità di utilizzo, paragonabile alle migliori vetture moderne.

Potente, sicura, veloce e con il tocco retrò dei nostalgici fari a scomparsa; espediente tecnico, quest’ultimo, non più utilizzato (dal 2004), ma sempre di grande effetto. La Toyota Celica Turbo 4WD Carlos Sainz è una sportiva senza controindicazioni particolari: così nella guida, coinvolgente e comoda, come nella manutenzione, che richiede semplicemente puntualità e precisione. Si sa: più gli anni passano, più è importante che ogni intervento venga fatto da seri e meticolosi professionisti; ma l’affidabilità di un motore progettato anche per durare (del resto si parla di Toyota), rende facile la vita a chi ha voglia di gustare appieno la rotondità di questo 4 cilindri turbocompresso.

Nel 1992, per fare vostra una Celica Limited Edition come quella nelle foto, avreste dovuto sborsare circa 59 milioni di Lire. Circa 6 o 7 milioni in più di una Delta Integrale, tanto per darvi un riferimento, anche se non a parità di equipaggiamento.

Interessante, a tal proposito, è la prova di Quattroruote di Aprile 1992, in cui una Celica bianca viene elogiata per il motore, la tenuta di strada e la qualità delle finiture.

Insomma, se oggi le quotazioni dell’italiana Delta sono salite alle stelle, quanto manca a questa giapponese per raggiungere valutazioni davvero degne della sua storia?

1 su 5000, 1 di 400

5000 furono gli esemplari di Carlos Sainz Limited Edition prodotti, 400 riservati al mercato italiano; molti di questi andarono distrutti, rottamati o lasciati deperire fino a giungere a noi in pessime condizioni.

La Celica di Passione Classica è davvero unica.

Innanzitutto perché non è passata sotto le grinfie dei “tuning-addicted” (mi riferisco ai più accaniti), che hanno modificato (o contaminato, a voi la scelta) gran parte delle sportive “made in Japan” a suon di improbabili scarichi, assetti sotto il livello del mare, colori glitterati e triple turbine, fino a compromettere, a volte irrimediabilmente, l’originalità di vetture altrimenti importanti per il mercato storico come la mia Carlos, sicuramente tra le più belle in circolazione.

Unico proprietario (l’effettivo utilizzatore l’aveva ricevuta in eredità dalla madre), targa originale, portatarga della concessionaria che la consegnò nel 1992 (e adesivi dello stesso dealer Toyota), depliant originale conservato dall’ex proprietario, libretto di uso e manutenzione con cronistoria dei tagliandi, tessera A.S.I. e—davvero introvabile—il “certificato di numerazione del modello” autografato da Carlos Sainz. Per completare il quadro di quest’auto, posso aggiungere che, recentemente, sono stati eseguiti numerosi interventi (commissionati dal sottoscritto), per un totale di circa € 4.000,00.

Ancora dubbi? Beh… chiamatemi. Ma, come si dice, “solo se interessati”.

Il ritmo dei '90 - l'accompagnamento

Se si parla della Celica “pompata” più famosa di sempre, la hit “Rhythm is a Dancer” ne è la perfetta metafora in chiave musicale.

Il duo tedesco degli “Snap!” conquistò la penisola con questa canzone in tutti e dodici i mesi del 1992. A distanza di quasi trent’anni, il pluripremiato brano dance non ha perso appeal, destinato a restare nella storia con il suo trascinante refrain.

A tutto rally

Ecco un video che mette in luce le doti della Toyota Celica e del mitico Carlos Sainz.

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